Rotonda Foschini

1– Rotonda Foschini, ingresso al Teatro Comunale

Per la costruzione di un civico teatro si scelse una posizione centrale e di prestigio, di fianco al Castello, sull’incrocio dominato dalla possente mole della Torre dei Leoni.
Prima dell’ampliamento della città, operato dal Duca Ercole I (Addizione Erculea) con la costruzione di un grande perimetro di mura e fortificazioni verso nord, questo luogo era chiamato il “canton della campana” per il fatto che sulla porta vi era la primitiva torre dotata di una campana che scandiva le ore.
Il civico Teatro nasceva quindi alla fine del ‘700  nella posizione più centrale, sull’asse viario della Giovecca, che era diventata la zona il più elegante e moderna della città, frequentata dalle famiglie aristocratiche  che qui avevano fatto erigere prestigiose dimore.
Una costruzione d’angolo smussato, con due facciate, un porticato ed un cortile interno, assolutamente originale, sia per la struttura architettonica che per la funzione. La Rotonda del teatro ancor oggi affascina per la sua forma ellittica, l’ambiente raffinato e le due aperture che affacciano sulla Torre dei Leoni e sulla chiesa di San Carlo. Viene definito il luogo più “magico “ di Ferrara. Aveva anche una funzione pratica: arrivare  a teatro in carrozza, scendere in sicurezza assistiti dai servi, dopodiché la carrozza si allontanava uscendo verso la Giovecca e lasciava il posto a quella successiva.
Il teatro fu inaugurato il 2 settembre 1798, finanziato dalla Pubblica amministrazione e dai proventi della vendita degli oltre 100 palchi, che divennero quindi di proprietà della famiglie aristocratiche e dell’alta borghesia.
Nella platea non c’erano poltrone: la grande sala serviva per il ballo e la cena, poi per lo spettacolo si occupavano i palchi. Ma lo spettacolo era doppio: si andava “per vedere” ma anche “per farsi vedere” per esibire il vestito, l’acconciatura, i gioielli.
Lo storico Antonio Frizzi ci racconta in modo molto efficace le vicende relative alla prima fase costruttiva di questo teatro.
“Fin dal 1773 erano entrati i nostri concittadini nella brama di avere un teatro, che fosse pubblico . il Cardinal Carafa ne fece fare un disegno dal valente giovane architetto nostro Giuseppe Campana, e fissato il luogo in uno de’ migliori punti della città obbligò i proprietari delle fabbriche, le quali ivi esistevano a cedere alla Comunità a giusto prezzo”.
Le strutture architettoniche del Teatro Comunale di Ferrara sono rimaste quasi del tutto inalterate nel corso suoi oltre duecento anni di vita, e anche i consistenti interventi di restauro realizzati nella seconda metà del Novecento hanno rispettato le caratteristiche originarie.
Profondamente modificato risulta invece l’apparato decorativo, rinnovato a più riprese nella prima metà dell’Ottocento,  per adeguarle al rinnovato gusto dell’epoca.
Nell’Europa della seconda metà del Settecento si verifica un allontanamento dal barocco a favore di una rivalutazione del classicismo cinquecentesco, che si richiama alla lezione del Palladio. L’obiettivo è quello di conferire autorevolezza e compostezza ai nuovi edifici pubblici, attraverso la riproposizione di elementi classici.
Si adegua a questi principi la facciata del Teatro, i cui prospetti esterni sono caratterizzati dal bugnato rustico. Al progetto originario di Giuseppe Campana seguirono quelli di due valenti architetti:  Morelli e Foschini.
Oggi è possibile individuare con sufficiente precisione gli apporti di ognuno: al Morelli è attribuita la realizzazione della Rotonda a forma ellittica, suggerita dal Piermarini, e la sistemazione della facciata a loggiato rustico con la presenza sui fronti di botteghe, mentre al Foschini appartengono le soluzioni riguardanti il vano d’ingresso anteriore con lo scalone d’onore, le sale per la conversazione e le sale del piano nobile, destinate ad appartamento del Cardinal Legato a cui si accedeva da una scala segreta.
La curva ellittica della sala teatrale e l’organizzazione dei palchetti sono frutto di un ulteriore progetto, sintesi delle proposte di entrambi.
Ferrara viene ad assumere un ruolo non marginale, segnalandosi come espressione esemplare dei principi di “buona architettura” di cui il Foschini è portavoce.
Il profilo ellittico della sala e il giro dei cinque ordini di palchi a fascia che salgono sino al soffitto a volta ribassata, la sostituzione dei palchi di proscenio con un proscenio architettonico, che si salda per semplice accostamento al palcoscenico, sono gli elementi architettonici che caratterizzano la pianta del teatro facendone un ambiente raccolto e armonico, oltre che di estrema eleganza. Proprio queste caratteristiche, conservate nella loro integrità nel corso dei secoli, ne fanno ancora oggi uno degli esempi più alti di sala teatrale.

Portale della chiesa di San Carlo visto dalla rotonda Foschini