3 – L’intervento urbanistico più significativo negli anni ‘30 è il piano di lottizzazione dell’area ex ospedale Sant’Anna
L’area interessata è quella compresa fra Corso Giovecca e le vie Borgoleoni, Mascheraio, Palestro, abbandonata nel 1927 in occasione del trasferimento della sede ospedaliera.
Nella planimetria conservata nell’archivio Savonuzzi si evidenziano le nuove strade indispensabili per accedere alla lottizzazione e alle nuove costruzioni , in particolare per rendere accessibile la scuola Umberto I°, il Liceo Musicale ed il Museo di Storia Naturale.
Inserire costruzioni “moderne” in un contesto storico così ricco, caratterizzato dalla presenza della chiesa di San Carlo, palazzo Sant’Anna, palazzo Roverella, e la chiesa del Gesù con gli orti retrostanti, è stata un’operazione di rigenerazione urbana molto complessa.
Il risultato è molto interessante: abbiamo la compenetrazione di edifici storici di pregio, il restauro conservativo, il recupero funzionale e l’inserimento di edilizia razionalista degli anni 1930-35.
– Chiostro dell’antico Ospedale Sant’Anna
Un tempo il comparto urbano in corrispondenza ed in prossimità dell’attuale via Boldini era occupato dall’antico ospedale Sant’Anna, vasto complesso architettonico fondato l’8 ottobre 1440 col Breve di papa Eugenio IV. Con tale atto, tra l’altro, veniva concesso al Beato Giovanni Tavelli da Tossignano, vescovo di Ferrara, di impiantare un grande sanatorio, pubblico e gratuito “al servizio e per il sollievo degli infermi poveri”.
Il primo nucleo dell’Ospedale Sant’Anna esisteva già nel 1295 come oratorio e chiesa dell’ordine terziario francescano, per essere poi trasformato in convento dai frati armeni dell’Ordine di San Basilio.
La costruzione del nuovo ospedale fu sollecitata prima dal Marchese Nicolo III° e poi da Leonello d’Este, oltre che dal Tavelli, figura che emerge rispetto a tutte le altre nell’ambito della fondazione della struttura.
Nel gennaio 1444 cominciarono i lavori, attraverso la ristrutturazione del complesso conventuale preesistente, sotto la direzione dell’architetto Pietrobono Brasavola. Il 27 maggio 1445, al termine dei lavori principali, l’ospedale Sant’Anna fu consegnato dal vescovo Tavelli alla Magistratura Civica.
All’intervento di Pietrobono Brasavola del 1444-45 appartengono il portale di ingresso alla cosiddetta “prima sala dell’Ospedale”, la bella cornice sommitale della facciata e parte del chiostro adiacente, ovvero le colonne ottagonali in mattoni che lo caratterizzano, mentre il bellissimo protiro che si trova a nord di piazzetta Sant’Anna sarebbe stato costruito sul finire del ‘500.
Le fondamenta dell’antico ospedale, risalenti all’intervento del Brasavola, furono realizzate all’epoca attraverso l’impiego di volte a botte in laterizio, sotterranee, ancora oggi visibili nel fabbricato del Conservatorio e nelle cosiddette Grotte del Boldini, adibite oggi a spazi espositivi.
Dopo il terremoto del 1570 fu costruita una nuova ala sul lato orientale dell’attuale piazzetta Sant’Anna, destinata ai malati di mente, e fu proprio qui che venne relegato Torquato Tasso dal 1579 al 1586 per ordine del Duca Alfonso II° d’Este.
La cella dove fu rinchiuso il poeta, distrutta nell’ambito delle opere per la realizzazione della via Boldini (1932-33), si trovava quindi nelle immediate adiacenze di quella attuale, ricostruita negli anni ’30 del Novecento.
Nel corso dei lavori di ristrutturazione dell’ex palazzo Sant’Anna, avente il prospetto principale sulla Giovecca, Il progettista Ing. Savonuzzi, realizzò uno straordinario intervento urbanistico e architettonico: un armonica fusione di edifici costruiti in epoche diverse.
Oggi, chi percorre via Boldini, dalla piazzetta Sant’Anna può vedere il bel chiostro che faceva parte dell’antico Ospedale e che è rimasto per secoli nascosto in un insieme di fabbricati e cortili interni. Una semplice cancellata separa lo spazio privato, con le originali colonne ottagonali, dallo spazio pubblico ricavato dall’intervento urbanistico del 1931-32.
– Piazzetta Boldini – architettura razionalista
Negli anni Trenta del Novecento presso l’area occupata dall’antico ospedale, oltre ad alcuni nuovi fabbricati pubblici, si realizzarono anche le vie Boldini, Previati e De Pisis, così come indicato nel “piano comunale”, che prevedeva la parziale demolizione dell’antico sanatorio.
Tale rivoluzione urbanistica (nota come “addizione novecentista”), che in pochi anni avrebbe interessato questo settore della città, era nata in seguito al trasferimento nel 1927 dell’intera struttura sanitaria dal luogo originario alla nuova sede vicino alla Prospettiva di corso Giovecca.
Il “Piano Regolatore” del nuovo quartiere incentrato su via Boldini, che fu aperta abbattendo una porzione di edificio su Corso Giovecca, fu elaborato soltanto nel 1931 da Carlo Savonuzzi con la supervisione del fratello maggiore Girolamo, allora ingegnere capo del Comune.
A Carlo fu affidata inoltre la progettazione della nuova scuola Umberto I° (oggi scuola Alda Costa), realizzata dal 1932 al ’33, nonché degli altri singoli edifici adiacenti costruiti dal 1935 al 1939, come il Museo di Storia Naturale, il complesso Boldini e il Liceo Musicale con Auditorium.
– Scuola Umberto I° (attuale Alda Costa)
Il progetto realizzato accoglie le moderne soluzione dell’architettura razionaliste, raccordando i singoli volumi (torre biblioteca e due corpi di aule) con una modanatura in pietra che incornicia un rivestimento in mattoni.
Allo sviluppo orizzontale delle finestre si contrappone la verticalità della torre e delle finestre sull’angolo arrotondato. La copertura tradizionale a falde e coppi viene sostituita con un terrazzo accessibile, definito superiormente da una cornice.
L’ing. Savonuzzi si occupa anche dell’arredamento. Come riportato dalla documentazione del Padiglione della Scuola Moderna: « …il banco scompare per essere sostituito da un tavolinetto per due allievi con sedioline a parte, i mobili sono realizzati in tubi metallici e rivestimenti in linoleum arancione con risvolti in nero. La lavagna occupa tutta la lunghezza della parete…»
– Il Conservatorio Girolamo Frescobaldi e sala Auditorium
Il Conservatorio Girolamo Frescobaldi è un istituto superiore di studi musicali fondato a Ferrara nel 1870.
La fondazione ufficiale del Conservatorio Frescobaldi risale al 15 gennaio. 1870, quando l’allora direttore Gaetano Zocca ne sancì la nascita come “Liceo o Istituto Musicale”.
Nel 1872 vennero avviati sette diversi corsi musicali riuniti nella stessa struttura e nel 1894 il conservatorio prese il nome di “Istituto Musicale Frescobaldi”. Dal 1937 l’istituto è stato trasferito nell’attuale Palazzo del Conservatorio.
Nel 1939 venne inaugurato l’auditorium. L’edificio venne progettato dall’ingegnere comunale Carlo Savonuzzi e fu eretto fra il 1935 e il 1939 sulle fondazioni dell’ex ospedale cittadino Sant’Anna, spostato nel 1927 in corso Giovecca.
Il palazzo è stato costruito in stile razionalista, come in altri interventi a Ferrara nella prima parte del Novecento, caratterizzato dal forte uso del cotto, unito alla pietra grigia o al cemento, utilizzati per decorare la struttura ed evidenziarne le geometrie.
La diversa altezza della cornice, sotto le grandi finestre verticali, distingue allo sguardo, in modo netto, l’Istituto musicale dal suo Auditorium.
Il fronte su via Boldini, caratterizzato da una fila di grandi finestre verticali, è arricchito da una presenza insolita: tre grandi statue in bronzo patinato, collocate su mensole a 16 metri da terra. Da sinistra: la “Musica” di G. Virgili, il “Genio dell’Arte” di U. Fabbri, il “Canto” di G. Colognesi.
Realizzate in ottone, da tre artisti ferraresi, queste statue testimoniano la precisa volontà del Governo di quel periodo, di costruire edifici pubblici di grande qualità e prestigio, arricchite da opere d’arte di artisti contemporanei. Giuseppe Virgili è autore anche del busto di Gerolamo Frescobaldi in marmo di Carrara, posto sulla facciata dell’edificio nel 1948.
– Auditorium
Notiamo una particolare cura e impegno del progettista per gli interni della Sala Concerti. Nove finestre verticali, larghe un metro per nove di altezza, la sezione della sala è composta da profili ripetutamente strombati, decrescenti dal palcoscenico verso la platea. La buona acustica è il risultato di approfonditi studi da parte del progettista Ing. Carlo Savonuzzi.
– Istituto di Storia Naturale
Costruito sui resti della sala degenti del vecchio ospedale, ha due fronti d’angolo, facciate in laterizio a vista, cornice marcapiano, porte e finestre, e cornice superiore dell’attico in pietra naturale.
– Sala espositiva filiale FIAT 1932-33
Anche in questa opera l’ing. Carlo Savonuzzi dimostrò la sua capacità di fondere antico e contemporaneo. Al piano terreno del Palazzo Sant’Anna, con facciata e vetrine su Corso Giovecca, venne realizzata la prima sala espositiva per automobili: la Concessionaria Fiat di Francesco Pedriali, poi divenuta SACAR. Dalle fotografie dell’epoca possiamo ammirare la raffinatezza degli interni e la cura dei particolari; dal soffitto a cassettoni alle pareti in ferro-vetro tipiche dell’epoca. Per eliminare i pilastri, e dare vita ad un ambiente di ampie dimensioni e grande impatto visivo, il progettista disegnò un solaio portante a travi incrociate, reso possibile dall’utilizzo del calcestruzzo armato.
L’automobile ( nella foto una Fiat 518 Ardita ) era ancora un bene di lusso e venne presentata al centro di una grande ed elegante salone, illuminato da tubi fluorescenti, in un palazzo storico di fianco ad una chiesa barocca.
Savonuzzi fu l’artefice di una magica fusione di antico e moderno.